Vai al contenuto

Primo appuntamento del ciclo di conferenze sul tema “Comunità costiere delle Marche dal’ Antico al presente”

venerdì 24 Febbraio, ore 16,30

Giuseppe Merlini, in questo primo incontro, tratterà il tema dell’avvio della motorizzazione delle barche pescherecce.
I primi tentativi di introdurre il motore a bordo delle barche pescherecce si fanno risalire alla prima metà del Novecento quando, dopo lunghe discussioni tra gli addetti ai lavori e i rappresentanti delle società marchigiane per la pesca, vennero compiuti degli esperimenti su dei battelli porta-pesce.

Il Varo

Il varo del “S. Marco” sulla spiaggia di San Benedetto del Tronto nel maggio del 1912 e del “Roma” a Porto San Giorgio nel luglio dello stesso anno, sono i primi esempi in Italia di utilizzo del motore come sussidio alla vela. Sempre nel 1912, per un primo esperimento governativo di pesca con battello a vapore, nelle acque antistanti Ancona, grazie alla Cooperativa dei pescatori del capoluogo dorico, veniva varato il “Conero”.

Anche se si dovettero attendere almeno altri due decenni prima che si affermasse in maniera definitiva il motopeschereccio, la fine di un’epoca era segnata. Con la vela ammainata tramontava anche il sistema di pesca a coppia e, a bordo delle barche pescherecce, veniva introdotta una nuova figura professionale indispensabile per “governare” il motore.