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Percorso espositivo

sala 6 maestri d'ascia

L’allestimento museale è suddiviso in “stanze a tema” atte ad illustrare alcune peculiarità del porto di Pesaro e della marineria locale, attraverso la descrizione storica del rapporto della città con il mare nel lungo processo evolutivo dall’antichità al Novecento. Si delinea, passando da una sala all’altra un percorso di conoscenza che cala il visitatore nella quotidianità della società del porto e delle attività del litorale, dando dimostrazione, nella parte relativa ai secoli dell’età moderna, dell’importanza assunta in Adriatico dalla flottiglia pesarese soprattutto nell’ambito della storia della pesca. Ogni sala rappresenta un capitolo della narrazione che spiega il rapporto della città con il mare, la formazione della società del porto. Su ogni singolo argomento, a richiesta, si ha l’opportunità di approfondimenti con il supporto di materiale cartaceo, audiovisivi e con l’ausilio degli operatori del museo, sempre a disposizione per visite guidate.

Gli argomenti sviluppati sono molteplici. Una stanza è riservata alla descrizione del litorale e alle problematiche della navigazione nel tratto di mare antistante e alle cause dei numerosi sinistri marittimi illustrati con la spiegazione del naufragio di una nave turca avvenuto nel 1817, il cui relitto, recuperato in anni recenti, è parzialmente esposto unitamente ad alcuni oggetti rinvenuti all’interno dello scafo sommerso. Una pregevole polena, raffigurante una fanciulla in posa accentuatamente dinamica, nell’atto del procedere, sottolineata dalla gestualità delle braccia, probabile ornamento di un brigantino e ripescata nel mare Egeo dall’equipaggio di un trabaccolo mercantile di Pesaro, introduce il visitatore alle altre sezioni che presentano alcuni aspetti peculiari della società marittima pesarese. Vengono precisate, fra l’altro, le motivazioni della frequentazione, nelle epoche antica e medievale, dell’alta frequentazione dell’approdo da parte di navi forestiere, le dinamiche del traffico mercantile e degli attacchi di pirati e corsari dall’antichità ai secoli dell’età moderna per passare poi a spiegare l’origine della marineria locale a seguito dell’immigrazione a Pesaro di maestranze specializzate dello stato veneto che porta allo sviluppo delle arti del mare e alla formazione, fra Sei e Settecento, di una scuola di maestri d’ascia che sarà punto di riferimento per la costruzione dei tipi navali più rappresentativi nella navigazione adriatica di quei secoli: il tartanone pesarese, il trabaccolo, il barchetto, la lancia.

Navi

Una sala è riservata alla storia della pesca con la descrizione delle antiche tecniche di cattura nelle acque costiere, che vedono l’utilizzo di reti rivali, piccole imbarcazioni e postazioni fisse, a cui si affianca poi, a partire dal Seicento, la sperimentazione di tecniche innovative per la pesca in alto mare che trova a Pesaro un interessante laboratorio prima con la pesca “a bragoccio” in acque poco lontane dalla riva, poi con l’introduzione della pesca detta “a tartana” praticata con una sola imbarcazione e, dalla seconda metà del Settecento della pesca “a coccia“, a strascico, esercitata da due barche appaiate. Una nota di colore è data dall’araldica piscatoria che andava a connotare le vele, dipinte con combinazioni di due o tre colori oltre al bianco del tessuto (rosso mattone, giallo ocra, nero), su grandi disegni geometrici precedentemente delineati sulla tela con un carboncino, frutto di scelte dettate da una cultura analfabeta che puntava soprattutto sul colpo d’occhio per la messa a fuoco e l’identificazione immediata della barca rendendola personalizzata e ben riconoscibile anche da lontano. Ulteriori approfondimenti vengono riservati alle arti complementari di cordai e velai, alla vita quotidiana sulla barca e a terra, all’abbigliamento, agli usi e costumi, alla religiosità della gente di mare indagata anche nel vissuto e nell’immaginario collettivo trasferiti negli ex-voto. Una particolare ricerca è stata riservata all’ “Universo femminile nella società marinara”, concretizzata in un video della durata di 45 minuti, a disposizione dei visitatori.