Sala 1 Naufragi e relitti
La navigazione nel braccio di mare fra Fano e Rimini in condizioni meteorologiche avverse e con poca visibilità comportava seri rischi, soprattutto per la pericolosità dei bassi fondali in avvicinamento alla costa. Le emergenze del monte Ardizio o il promontorio di Gabicce, confusi con il Monte Conero che segnalava il sicuro porto di Ancona, specie per le navi di grossa stazza, significava, avvicinandosi al litorale, incorrere quasi inevitabilmente in naufragio. Una grande carta dell’Adriatico del sec. XVIII e un portolano d’inizio Ottocento illustrano i pericoli della navigazione.
Il relitto della nave turca “Arduz” naufragata nel mare di Pesaro nel 1817. Risale al 27 luglio 1978 il ritrovamento, lungo la Spiaggia di Levante, a poche decine di metri dalla riva e a 4-5 di profondità, del relitto di veliero inizialmente chiamato “il galeone di Pesaro”. Le caratteristiche dello scafo (lungo 25/30 metri), nonchè gli oggetti rinvenuti all’interno (cannoni, fucili, pistole, sciabole, stoviglie, bottiglie anfore lingotti di ghisa, attrezzi di bordo e altro, hanno permesso di riconoscere un naviglio costruito nel secolo XVIII. La ricerca archivistica ha permesso poi una sicura identificazione con la nave ottomana Arduz, partita da Trieste e naufragata il 23 novembre 1817 nelle acque costiere di Pesaro nel tentativo di raggiungere porto di Ancona.