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Sala 6 Maestri d’ascia e cantieri

Sala 6 Maestri d’ascia e cantieri

Dall’inizio del Cinquecento si documenta l’attività di maestranze provenienti dall’area lagunare veneta (soprattutto Chioggia), dal ravennate e dal ferrarese (Comacchio), con un vistoso incremento specie nella seconda metà del secolo. Quello dei carpentieri navali era un mestiere che non poteva improvvisarsi, ma comportava invece l’acquisizione di un bagaglio di esperienze e di un particolare sapere tecnico attraverso una lunga fase di apprendistato che solitamente veniva svolto in famiglia.

I porti del litorale adriatico pontificio nei secoli dell’età moderna vivono uno sviluppo delle attività cantieristiche e portuali in virtù della presenza e soprattutto delle capacità professionali di costruttori navali provenienti da località sottoposte al dominio di Venezia, in particolare da Chioggia. Calafati e maestri d’ascia forestieri si rendono disponibili alla messa in opera di nuovi scafi piegandosi ad una migrazione periodica di lunga durata che spesso comporta anche il trasferimento a seguito di tutta la famiglia dell’artigiano ingaggiato. Pesaro inizia così a maturare la fama come luogo di riferimento per la cantieristica del medio Adriatico, per la presenza di maestri d’ascia particolarmente attivi e rinomati. Nel Cinquecento spiccano le dinastie di Camuffo e Poli, entrambe chioggiotte e un secolo più tardi troviamo operante nei cantieri di Pesaro quella dei Ghezzi, provenienti sempre da Chioggia, che daranno vita a quattro generazioni di maestri d’ascia. Agli inizi del XIX secolo si documenta l’immigrazione a Pesaro dei Donati, un ceppo familiare con una lunga tradizione lavorativa nel campo della carpenteria navale.